SE IL DEBITORE MUORE, POSSO RIVALERMI SUGLI EREDI?
Trascurando il delicato aspetto della morte di una persona, relativamente agli eredi, questi saranno chiamati a dover gestire quello economico, perché le posizioni debitorie rientrano a tutti gli effetti nell'eredità.
Non vengono ereditati debiti, ad esempio, legati a multe o sanzioni, ma gli eredi si trovano certamente a dover rispondere, pro quota, di tutti gli altri tipi di debiti che saranno ripartiti in parti uguali, a meno che la persona defunta, in vita, non abbia lasciato disposizioni diverse per iscritto, mediante testamento.
L'erede diventa tale sia tacitamente che in maniera espressa, cioè mediante dichiarazione formale resa in atto pubblico davanti ad un notaio o ad un cancelliere, o in scrittura privata autenticata. C'è poi l'accettazione con beneficio d'inventario, disciplinata dall'art.490 del Codice Civile, che permette di ereditare tutti i crediti, ma di rispondere dei debiti solo con il patrimonio del defunto.
Comunque, nel momento in cui l’erede lo diventa dell’intero patrimonio, diventa anche responsabile degli eventuali debiti in essere.
Per rispondere quindi alla domanda, se è possibile rivalersi sugli eredi in caso di morte del debitore, la prima cosa da fare è capire se questi abbiano o no accettato l’eredità.
Accertata l'accettazione, in maniera semplice, perché rispondano quindi anche con il proprio patrimonio, si può procedere con un'azione di recupero che può sfociare anche nel rintraccio di beni immobili e mobili, conti correnti bancari e/o postali intestati o la posizione lavorativa per effettuare il pignoramento dello stipendio o nel caso della pensione.